NUOVA EMISSIONE BTP VALORE OTTOBRE 2023

Qualche giorno fa il Ministero del Tesoro ha annunciato il lancio di una nuova emissione del BTP Valore, sulla scia di quello già introdotto dal 5 al 9 Giugno scorso. Ci sono alcune conferme e qualche novità.

LA STRUTTURA

Le conferme:

Rimane la struttura a step-up (quindi con il riconoscimento di tassi crescenti nel tempo), l’investimento minimo di 1.000 Euro e la destinazione esclusiva verso i piccoli risparmiatori che potranno acquistare con l’home banking o rivolgendosi alla propria banca o presso gli Uffici Postali nei giorni di collocamento collocamento, da lunedì 2 a venerdì 6 ottobre 2023 (fino alle ore 13.00)

Il prezzo di acquisto sarà alla pari (100 Euro) e non sarà gravato di commissioni nei giorni di collocamento.

Il 18 Settembre il Ministero ha anche comunicato che il Premio extra finale che sarà riconosciuto a coloro che manterranno il titolo a scadenza sarà pari al 5%.

Le  novità:

Poi ci sono alcune novità.

La prima è rappresentata dalla durata del titolo, che è stata estesa a 5 anni (la precedente emissione aveva la durata di 4 anni).

La struttura Step UP prevede quindi un tasso prefissato per i primi 3 anni ed il riconoscimento di un tasso incrementato per i successivi 2 anni.

Il Rendimento

tassi cedolari minimi garantiti saranno comunicati il prossimo 29 settembre, mentre quelli definitivi saranno annunciati alla chiusura del collocamento, il 6 ottobre e non potranno comunque essere inferiori ai tassi cedolari minimi garantiti.

Per avere un’ida del possibile rendimento del BTP VALORE  da ricordare  che , ad oggi, il Btp a tasso fisso con scadenza ad Agosto 2028 da un  TRES intorno al 3,95 %, ed è quindi lecito attendersi un tasso nominale di rendimento dell’obbligazione assai vicino a questo.

L’altra novità è rappresentata dalla distribuzione di cedole trimestrali che consente un flusso di reddito più frequente rispetto alla precedente emissione, aspetto questo che però sembra abbastanza privo di effetti pratici, soprattutto nei confronti della clientela retail.

La tassazione agevolata

E’ inoltre importante ricordare la tassazione agevolata del 12,50% di cui godono i titoli del debito pubblico, che colloca il rendimento netto attorno al 3,5%.

Infine pesano anche sulla valutazione della convenienza di questo BTP l’esenzione da imposta di successione  delle cedole e del premio di fedeltà finale, fissato come detto al 0,5%.

Qualche considerazione sul contesto di mercato e, in genere, sulle prospettive di rendimento sul mercato obbligazionario.

L’emissione di questo BTP induce a fare qualche ulteriore considerazione sul momento del mercato e sul rinnovato interesse per l’investimento obbligazionario, che in questo momento attrae molti risparmiatori.

La prima considerazione riguarda, come noto,  il ritorno a rendimenti cedolari positivi, sia sotto il profilo del rendimento assoluto (sia pure, ad oggi, inferiore al tasso di inflazione) sia in termini di riduzione del rischio di portafoglio.

Consideriamo il primo punto. Se infatti il rendimento reale, ad oggi, è ancora leggermente negativo, il tasso di inflazione viaggia attorno al 5,4% su base annua, le proiezioni trimestrali della Bce, vedono comunque l’inflazione della zona euro rimanere sopra al 3% l’anno prossimo, un livello ancora alto, ma comunque in rallentamento rispetto al 2023.

In ogni caso un rendimento attorno al 4% lordo, rappresenta, già oggi, un rendimento interessante sia in termini assoluti, sia in termini reali, considerato l’andamento previsto del tasso di inflazione nei prossimi anni.

In secondo luogo, e in termini più generali, il rinnovato interesse del mercato sull’investimento obbligazionario si giustifica, anche, e forse soprattutto, come elemento di riduzione del rischio di complessivo di portafoglio, rappresentando sicuramente un elemento di “stabilizzazione” delle oscillazioni di valore del portafoglio stesso.

Si può quindi avanzare qualche previsione sull’andamento del valore del titolo, ed in genere, sul valore di mercato dei titoli obbligazionari: in una parola su quello che viene comunemente chiamato “rischio prezzo”.

E’ un fenomeno che dipende da una serie di fattori tra i quali, anche, la durata ed il rendimento del titolo, il tasso cedolare e la frequenza di distribuzione delle cedole.

Ma, volendo semplificare, occorre partire dalla considerazione che il valore di mercato di un titolo obbligazionario sul mercato di pende dall’andamento dei tassi in funzione della durata.

Quella che infatti viene definito il TRES, o “tasso di rendimento effettivo a scadenza” tende sostanzialmente a coincidere a parità di scadenza e a parità di rischio dell’emittente attraverso la variazione in piu o in meno del prezzo dell’obbligazione.

E quindi, fermo restando il valore di rimborso a scadenza, il il valore del titolo, durante la vita dell’obbligazione, diminuisce nel caso di un andamento di tassi crescenti il valore di una obbligazione, e, al contrario, mentre aumenta nel caso di andamento decrescente dei tassi di mercato.

Ora le previsioni sull’andamento dei tassi nei prossimi mesi, ed in genere nel 2024 e nel 2025, non sembrano così favorevoli al mercato obbligazionario come poteva sembrare fino a qualche mese fa.

Se infatti fino a qualche mese fa il mercato sembrava scommettere sul raggiungimento del picco dell’andamento dei tassi, con una successiva e relativamente rapida discesa per effetto della diminuzione del tasso di inflazione, ad oggi, le previsioni sembrano indicare che la persistenza di una inflazione relativamente alta, seppure non più, forse, in ulteriore crescita, sembra doverci accompagnare per tutto il resto dell’anno ed anche per la prima parte del 2024.

Il tasso di inflazione in area Euro è attualmente fissato al 5,3% e secondo le dichiarazioni di un portavoce della BCE sembra destinato a rimanere “sopra al 3%” per tutto il 2024, con una crescita del pil di Eurozona in leggera flessione nello stesso periodo.

In conclusione, si può quindi affermare come, ad oggi, l’investimento obbligazionario sembri destinato ad estrarre valore più dal tasso cedolare che non da plusvalore di prezzo dei titoli.

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